Terza Edizione
Premio Napoli Città Esoterca
Simboli, allegorie e tempo: il viaggio esoterico comincia qui
Premio Napoli Città Esoterica Terza Edizione
L’Associazione Cinabro Napoli si è presentata alla città il 18 settembre 2021 con il suo primo convegno tenutosi presso l’Hotel Royal – Continental, parlando di come le accademie esoteriche napoletane del ‘700 abbiano influenzato il progresso culturale della città e trattando in particolare il ruolo della Farmacia degli Incurabili.
L’anno successivo, con il patrocinio morale del comune di Napoli ha proseguito la sua attività dando vita alla prima edizione del Premio “Napoli città Esoterica”, seguita dalla seconda edizione, grazie al quale abbiamo sintetizzato gli scopi dell’associazione, ossia lo studio dell’esoterismo presente in letteratura e nelle opere d’arte e la finalità caritatevole dei soci.
Quest’anno ci ripresentiamo alla città con la terza edizione sempre più convinti che i giovani artisti abbiano la sensibilità per accedere a quella cultura “nascosta in vista” che pervade la Città di Napoli e più in generale la nostra Regione.
Quest’anno daremo la possibilità ai giovani studenti delle scuole superiori di esprimere la loro creatività presentando delle opere che abbiano un carattere esoterico attinente al “Tempo”, il quale sarà il tema dell’edizione di quest’anno.


Napoli è una città dove storicamente i flussi di molteplici correnti culturali che hanno attraversato la civiltà, hanno trovato un porto sicuro e terreno fertile per proliferare e svilupparsi.
Nelle varie Accademie di estrazione esoterica, si radunarono le migliori menti, dando vita a un fenomeno che per secoli improntò il progresso intellettuale del Regno.
Molti studiosi hanno proposto, nel corso degli anni, una efficace ricostruzione delle origini storiche della città e dei riti orfico – dionisiaci e isiaci che in questo luogo sono proliferati.
E proprio in questa nostra terra il concetto di tempo è molto particolare.
In tutto questo non dobbiamo mai dimenticare la definizione di esoterismo:
Il temine esoterico, sta ad indicare quella parte di uno stesso insegnamento effettuato principalmente per simboli che, a causa della differenziata comprensione degli uomini a cui questo si rivolge, è riservato a quei pochi fra loro che sono in grado di comprenderlo ed hanno quindi le qualità necessarie; e per distinguerlo dal restante insegnamento che, essendo più comprensibile alla massa, per ciò stesso si presenta privo della riservatezza che caratterizza il primo; da qui la sua denominazione di essoterico.

L’esoterismo non è magia, ma veicolare con simboli e allegorie, attraverso la letteratura, le opere d’arte e i grandi monumenti, una conoscenza che viene tramandata e che non tutti possono essere in grado di scorgere.
Non esiste nulla di nascosto, ma esiste qualcosa che non tutti comprendono.
Questa voglia incredibile di cultura antica ci spinge a continuare l’organizzazione di questo evento e per far ciò chiederemo un rapporto di collaborazione ai responsabili degli istituti d’arte, che sono la fucina dei giovani artisti del futuro.
I ragazzi che presenteranno le opere concorreranno fra di loro ed ai primi tre sarà dato un premio.
Daremo come fonte d’ispirazione ai ragazzi un quadro di Salvator Dalì, che vediamo di seguito, che esprime un concetto esoterico del tempo e chiederemo di ispirarsi ad esso ad alle tradizioni esoteriche della nostra regione.

All’interno del quadro si vede un paesaggio fantastico in cui sono disposti alcuni oggetti irreali. Dominano la scena alcuni orologi dalla consistenza deformata. Sono chiamati, infatti, orologi molli.
Pur segnando ancora il tempo, sembrano aver perso la loro solidità.
Sopra al parallelepipedo dipinto a sinistra, un orologio è poggiato per una metà sul piano. Sopra di esso, si è appoggiata una mosca che crea una lunga ombra verso le dodici. La metà inferiore, invece, pende mollemente lungo il fianco del solido.
Un altro orologio, con la cassa però chiusa, è poggiato più a sinistra. Su di esso alcune formiche, grandi e piccole, creano un motivo decorativo.
Verso il bordo posteriore del solido, un esile tronco morto si alza verso il cielo e un suo ramo di ulivo sostiene un altro orologio che pende verso il basso.
Sul terreno, un essere mostruoso composto da un grande occhio chiuso, con lunghe ciglia, sopracciglia e la lingua al di fuori porta come una groppa un altro orologio.
Verso il fondo dello spazio rappresentato, si apre uno specchio d’acqua. A destra, alcuni faraglioni avanzano verso l’acqua. A sinistra, invece, è dipinto un piano geometrico che avanza verso la riva. Il cielo è limpido e privo di nubi.
Questo dipinto viene spesso interpretato come una rappresentazione visiva della relatività del tempo e della sua natura fluida.
Gli orologi molli e deformati simboleggiano la sottomissione della rigidità temporale, suggerendo che il tempo non sia un concetto fisso e lineare, ma piuttosto un’entità elastica che può essere soggettiva e mutevole.
L’opera di Dalì invita gli spettatori a esplorare la complessità del tempo e della percezione, incoraggiandoli a riflettere sulla natura soggettiva del tempo e sulla transitorietà dell’esistenza umana.
Anche quest’anno non dimenticheremo la Carità, virtù che nessuno dovrebbe mai dimenticare ed il ricavato del simbolico biglietto d’ingresso sarà interamente devoluto in beneficenza ad un’associazione di volontariato presente sul territorio.
Le caratteristiche che meglio sembrano descrivere il vasto mondo del volontariato, oramai diventato parte integrante della nostra società, sono quello del donarsi e della gratuità. I volontari sono ai nostri occhi coloro che danno del loro tempo e del loro lavoro gratuitamente, a prescindere dal campo particolare della loro azione.
Il dono gratuito di sè stessi per gli altri è sempre una cosa lodevole ed è per questo che vanno aiutati.
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